La nascita di Android – nuovo sistema operativo open source creato dall’azienda californiana Android Inc. e poi successivamente comprato e immesso sul mercato da Google – ha notevolmente rivoluzionato il mondo dei dispositivi mobili. Una delle sue peculiarià maggiori è certamente la sua piattaforma interamente basata su un kernel del valore di Linux, ma non è tutto. Il fatto che sia strutturato in sottosistemi che usufruiscono delle applicazioni Java, l’utilizzo dei middleware, sistemi di gestione che favoriscono una veloce e perfetta interconnessione e iterazione tra le diverse entità del sistema, l’operatività della macchina virtuale Dalvik -installata per ottimizzare sia le perfomances della memoria che quelle dei meccanismi di esecuzione dei diversi processi – e la facilità con cui si relaziona con i recenti hardware e software lo rendono certamente un programma molto appetibile e concorrenziale.
Inoltre la sua formazione open source (il ciò significa disponibile gratuitamente per chiunque voglia farne uso) ne fa un gioiello dal punto di vista dello sviluppo delle prestazioni e della ricchezza di applicazioni. Dal 2007 – data della sua presentazione ufficiale – ne ha fatta tanta di strada. Nonostante all’inizio fosse ancora in fase di crescita, dotato di solo poche applicazioni, è riuscito a vincere la sfida e ad essere installato nel primo smartphone, il T-Mobile G1, per poi gingere agli odierni modelli supertecnologici.
Oggi la dotazione di un suo browser, che lavora addirittura in Javascript, e la compatibilità con Flash ne fanno anche una bomba della navigazione in Internet. Ma il meglio arriva con l’interfaccia grafica in 2D e 3D diversa su ogni cellulare a seconda del marchio di fabbricazione, fornita non solo di nuovissimi widget e di una magnifica tastiera virtuale, ma che può essere per di più liberamente personalizzabile accedendo al Market Android, dove numorosi software sono addirittura scaricabili gratis.